Carissimi Associati,
La sensazione che provo a stilare queste righe è che mi sembra di averlo già fatto qualche giorno fa, invece, senza ombra di dubbio, l’ho fatto esattamente un anno fa. Riflettendo meglio, quello che sembra un anno volato via è stato in effetti un periodo durissimo, durante il quale tutti noi abbiamo dovuto dare di più con la sensazione che comunque non siamo riusciti a dare abbastanza!
Parlo del nostro lavoro, o se volete,dell’andamento che ha avuto tutto il mondo del lavoro ,in generale, in Italia.
Non è ancora passata la tempesta, ma siamo credo, nel momento in cui chi si sente travolto dalla furia degli elementi trova la forza, il coraggio di reagire e di ripartire per dimostrare prima a se stessi e poi al resto del mondo che la posizione di eccellenza che abbiamo occupato, non era dovuta al caso, ma ad una capacità tecnica, organizzativa, imprenditoriale, ad una intelligenza che ci è stata sempre riconosciuta e che costituisce la prova che una sola materia prima, abbiamo in Italia ,ed è quella di colore grigio nel nostro cervello.
Infatti andiamo ad analizzare come siamo attaccati sui mercati mondiali e da chi:
Negli ultimi mesi ho girato il mondo e mi sono reso conto di persona, toccando con mano che qualitativamente, dal punto di vista dell’originalità, della capacità di fare moda, dalla bellezza dei nostri articoli, Noi non abbiamo concorrenti, in senso assoluto siamo i migliori del mondo, quando un manufatto, una scarpa, una borsa ,non proviene dall’ Italia si riconosce subito, non tanto più per il prezzo, quanto per la pochezza dei contenuti tecnici dell’approssimazione dei particolari e per la carenza in generale che ispirano.
Conosciamo I nostri concorrenti, a questi, noi stessi abbiamo insegnato quel poco che riescono a fare, eppure stanno distruggendo il nostro mercato perchè hanno grossissimi capitali, pochissimi controlli e nessun argine è stato loro opposto dai nostri ciechi governanti, mentre nei nostri confronti l’Europa pone limiti di tutti i tipi ,sicuramente giusti dal punto di vista della sicurezza ,ma risultano come dei capestri per le nostre aziende se non valgono anche per i nostri competitors mondiali. Ho detto cose sin qui ovvie, tutti noi le conosciamo, ma se restiamo a testa bassa a subire tutto questo non va bene.
Come ho avuto modo di dire in altre occasioni, noi stiamo combattendo una guerra impari, siamo piccole aziende che si battono con armi tradizionali contro una Nazione che ragiona con una strategia ben precisa, univoca, studiata a tavolino e messa in atto sui mercati mondiali.
Non basta più la nostra tecnica, la nostra forza di volontà, la nostra esperienza, ci vuole ben altro, ci vuole una Politica(con la maiuscola) che sappia difenderci, mediare, introdurci in nuovi mercati, che ci possa proteggere dalle leggi protezionistiche che fioriscono nei mercati produttori di grezzo, leggi che ci penalizzano oltre ogni limite ed il risultato di tutto questo è sotto gli occhi di tutti.
Cosa possiamo fare?
Sollevare la testa. Unirci, tutte le Associazioni della filiera, dai chimici ai conciatori, dai costruttori di macchine ai calzaturieri, dai pellettieri agli importatori di pelli ,dai commercianti del settore agli intermediari,tutti, indistintamente, quelli che fino ad oggi hanno vissuto di questo lavoro meraviglioso che tanto lustro ha dato alla nostra Italia, non chiediamo protezionismo, chiediamo rispetto! Lo stesso Paese che vuole il nostro aiuto tecnico non può poi decidere di mettere dei dazi all’ingresso dei nostri manufatti, lo stesso Paese che ci vende energia non può mettere vincoli all’importazioni di nostri prodotti…
Non ci crederete, ma esistono di queste cose negli scambi internazionali! Sembra sempre che noi si debba chinare la testa di fronte a queste situazioni e ci si debba adeguare alla prepotenza di certe leggi assurde!
Dove è finita la nostra capacità Politica?
Purtroppo è solo con la Politica che si risolvono queste questioni……………..Se fosse per la sola qualità, la bellezza, il gusto……Noi avremmo già vinto!!!
Siamo alla fine di un anno che ricorderemo, credo per sempre, ma non si può chiudere un anno seppur difficile o affrontare un Natale senza pronunciare la parola Speranza, quella non manca mai specialmente agli uomini di buona volontà. Noi ne abbiamo tanta e questo sicuramente ci aiuterà!
Noi dell’AICC abbiamo dato prova di questa volontà:in questo 2011 abbiamo organizzato il Convegno di Solofra, al quale hanno partecipato ben 220 persone,abbiamo partecipato in delegazione al Congresso Mondiale di Valencia ed abbiamo riassunto con un intervento della Vicepresidente Franca Nuti le fasi salienti di questo Congresso nell’appuntamento successivo di novembre in Arzignano, ricco di spunti tecnici e di nuove informazioni ,anche questo appuntamento ha avuto una affluenza notevolissima a dimostrazione dell’impegno che i nostri colleghi del Veneto stanno dedicando alla AICC.
Nonostante ognuno di Noi abbia il suo lavoro e i suoi problemi di ogni giorno, stiamo operando affinchè la nostra Associazione dia il massimo contributo alla diffusione della cultura Tecnico Conciaria. Nella speranza che tutto questo contribuisca ad un rilancio della Conceria Italiana, auguro un BUON NATALE A TUTTI VOI,da parte dei Vicepresidenti Franca Nuti, ed Ernesto Pisoni,dal Segretario Antonio Galiotto, dai Consiglieri Nazionali ed in particolare da parte mia.
Il Presidente
Biagio Siani